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New release available – Platero Y Yo

October 31, 2023 by lavernier

 

Platero Y Yo

(Voice and Guitar and Guitar Solo version)

                     

                                 

 

 

Prefazione di 

Diana Castelnuovo-Tedesco

Platero y yo mi ha sempre affascinato. Di recente ho scoperto che mio nonno lo compose l’estate in cui nacqui. Quest’opera è sempre stata una parte della mia vita, un conforto e un sollievo, come un caro amico. Quando Christian e Ugo mi invitarono ad assistere a un loro spettacolo nel 2019, sentii Platero in un modo diverso. Attraverso la loro rappresentazione, questi due artisti ci immergono in un mondo molto speciale e ci permettono di sentire intensamente la magia di questo racconto universale di amicizia e di vita. Catturano così pienamente le emozioni, la profondità e la potenza delle parole di Jiménez e della musica di Castelnuovo-Tedesco che noi ascoltatori ne veniamo in qualche modo trasformati.

Christian ha trascorso decenni studiando intensamente questa partitura, e i risultati si vedono. Mio nonno non tralasciava nessun dettaglio. Come Christian mi dice spesso, c’è tutto nella partitura per coloro che scelgono di guardare davvero. È proprio questo che Christian e Ugo sono riusciti ad ottenere. Quando ascolto questa registrazione, mi riecheggia alla memoria l’immagine di mio nonno nel suo studio di Beverly Hills, quella lontana estate del 1960. Immagino come sarebbe compiaciuto di ascoltare come, più di 60 anni dopo, la sua opera abbia preso vita in modo così vivido.

Diana Castelnuovo-Tedesco

New York City, Settembre  2023

Foreword by 

Diana Castelnuovo-Tedesco

Platero y yo has always captivated me. I recently learned that my grandfather composed it the summer I was born. It’s always been part of my life, comforting me and uplifting me like a dear friend. In 2019, when Christian and Ugo invited me to attend one of their shows, l experienced Platero at a whole new level. With their performance, these two artists immerse us in a very special world and allow us to intensely feel the magic of this universal tale of friendship and life. They capture so fully the emotions, the depth, and the power of Jiménez words and Castelnuovo-Tedesco’s music that we, as listeners, are transformed.

Christian has spent decades intensely studying this score, and it shows. My grandfather did not leave any detail unconsidered. As Christian often tells me, it’s all there in the score for those who choose to really look – and that’s exactly what Christian and Ugo have done. When I listen to this recording, I think of my grandfather in his studio in Beverly Hills, that long-ago summer of 1960. I also imagine his pleasure at hearing how, more than 60 years later, his work has been brought to life so vividly.

Diana Castelnuovo-Tedesco

New York City, September  2023

Il Ringhio – Music score available

October 23, 2023 by lavernier

PREFAZIONE 

 

Il Ringhio – scors available: https://www.hoepli.it/ebook/il-ringhio/9788899348441.html

UGO DIGHERO 

Extracomunitario, straniero, immigrato, clandestino, irregolare, migrante. Sui giornali, in televisione, sul web li sentiamo continuamente nominare. Sono decine di migliaia. Crescono ogni anno. Abbiamo continue notizie statistiche, notizie sui flussi di provenienza, notizie su centri di accoglienza/detenzione stracolmi, notizie di politica estera, notizie su accordi e contrasti con gli stati africani. Nessuna notizia su come l’occidente abbia impietosamente depredato il continente africano per più di un secolo. Oggi hanno trasferito 500 clandestini da qui a lì, 278 fermati alla frontiera, la Francia ce ne restituisce 36 di cui 12 smaltiti in centri governativi, 20 in centri di accoglienza straordinari, e 4 in strutture di accoglienza provvisorie. Per alcuni il problema è di facile soluzione: chiudere i porti, vietare il soccorso in mare o anche affondare i barconi con armamenti adeguati. “Vengono qui a rubarci il lavoro”, “aiutiamoli a casa loro”, “ non sono razzista, ma…”, “negher fora di bal”. Il 36% per cento sono così, il 22% sono cosà, 127.342 coperte, 364.237 paia di carpe, servono 5.347.834 litri di acqua potabile, 6.357.000 bastoncini di pesce per avere almeno 245.334.556 calorie… Numeri. Percentuali. Proiezioni. Quasi nessuno parla di persone. Sono persone. Persone. Ognuna con una propria storia, una famiglia, un lavoro, un problema di sopravvivenza, un anziano da accudire. Sono operai, disoccupati, artigiani, laureati, criminali, uomini di fede, contadini, artisti, politici, nullafacenti, astrofisici, ignoranti, professori, esattamente come da noi, come in tutto mondo. Provo a mettermi nei loro panni: ignaro del mio futuro faccio salire i miei figli e mia moglie incinta su un gommone che perde pezzi per arrivare non si sa dove, forse. Lo faccio davvero. Valuto che è la cosa migliore per me e per loro. Per decidere di fare un gesto simile, da cosa sto scappando? Palesemente l’orrore da cui sto fuggendo è tale che preferisco rischiare la mia vita e quella della mia famiglia per un futuro sconosciuto piuttosto che restare. Dice Gesù: . (Mt 25,34-35) “Beati voi, perché ero straniero e mi avete accolto”. Il 74,4 degli italiani sono cattolici. Evidentemente per il problema dell’immigrazione c’è una deroga divina.

Genova, 25 Settembre 2023

Ugo Dighero

CHRISTIAN LAVERNIER 

La Soñada è uno strumento a undici corde costruito nel 2017 dal liutaio Carlos Gonzalez che ha raccolto in esso il passato ed il futuro degli strumenti a sei corde. Sette corde tastate e quattro bordoni liberi che espandono lo strumento verso la parte grave costituiscono un nuovo mondo sonoro che stravolge la normale tecnica chitarristica. Quando abbiamo iniziato a lavorare a “Il Ringhio” con Ugo Dighero, mi sono chiesto come poter inserire i suoni di uno strumento così sfaccettato in un testo tanto denso e emotivamente carico come quello immaginato. Alcune scelte sono state dettate proprio dalla voce, altre dal linguaggio scelto: ho introdotto l’arco che viene usato sul basso per avvolgere il suono della voce che geme e si contorce, le corde incrociate per creare un legame con la parola in un dato punto, lo slap e le percussioni della mano destra e mano sinistra sulle fasce dello strumento e sul ponte per creare un impasto sonoro che rendesse percepibile il ribollire di un motore in alto mare, e ancora, lo slide che fa rimanere tutto sospeso come nel vuoto, anche fuori dalla tastiera, o le pinze applicate sulle corde di bordone che rimbalzano esattamente come rimbalza un pugno in pieno volto. Sfruttando un lembo di corda fuori dal ponticello ho creato lo scandire del tempo. Il rimbombo della tambora, fino ad arrivare a percussioni oltre l’osso dello strumento. Non ho mai cercato l’effetto fine a se stesso, ma ho cercato di metterlo al servizio del testo, alla sua drammaticità . Proprio per questo motivo ho deciso di introdurre una legenda per i suoni speciali che ho utilizzato e che ne spiegano tecnicamente il loro utilizzo. Mi sono emozionato molto a lavorare su questo testo e molte volte mi sono chiesto quante persone ancora dovranno morire perché si possa percepire quel senso di umanità e di sdegno che ogni essere vivente dovrebbe pretendere da se stesso.

Parigi, 25 Settembre 2023

Christian Lavernier 

 

Testi: Ugo Dighero

Musica: Christian Lavernier

Lavernier_Dighero_Il Ringhio

Il Ringhio

October 19, 2023 by lavernier

PREFAZIONE 

 

UGO DIGHERO 

Extracomunitario, straniero, immigrato, clandestino, irregolare, migrante. Sui giornali, in televisione, sul web li sentiamo continuamente nominare. Sono decine di migliaia. Crescono ogni anno. Abbiamo continue notizie statistiche, notizie sui flussi di provenienza, notizie su centri di accoglienza/detenzione stracolmi, notizie di politica estera, notizie su accordi e contrasti con gli stati africani. Nessuna notizia su come l’occidente abbia impietosamente depredato il continente africano per più di un secolo. Oggi hanno trasferito 500 clandestini da qui a lì, 278 fermati alla frontiera, la Francia ce ne restituisce 36 di cui 12 smaltiti in centri governativi, 20 in centri di accoglienza straordinari, e 4 in strutture di accoglienza provvisorie. Per alcuni il problema è di facile soluzione: chiudere i porti, vietare il soccorso in mare o anche affondare i barconi con armamenti adeguati. “Vengono qui a rubarci il lavoro”, “aiutiamoli a casa loro”, “ non sono razzista, ma…”, “negher fora di bal”. Il 36% per cento sono così, il 22% sono cosà, 127.342 coperte, 364.237 paia di carpe, servono 5.347.834 litri di acqua potabile, 6.357.000 bastoncini di pesce per avere almeno 245.334.556 calorie… Numeri. Percentuali. Proiezioni. Quasi nessuno parla di persone. Sono persone. Persone. Ognuna con una propria storia, una famiglia, un lavoro, un problema di sopravvivenza, un anziano da accudire. Sono operai, disoccupati, artigiani, laureati, criminali, uomini di fede, contadini, artisti, politici, nullafacenti, astrofisici, ignoranti, professori, esattamente come da noi, come in tutto mondo. Provo a mettermi nei loro panni: ignaro del mio futuro faccio salire i miei figli e mia moglie incinta su un gommone che perde pezzi per arrivare non si sa dove, forse. Lo faccio davvero. Valuto che è la cosa migliore per me e per loro. Per decidere di fare un gesto simile, da cosa sto scappando? Palesemente l’orrore da cui sto fuggendo è tale che preferisco rischiare la mia vita e quella della mia famiglia per un futuro sconosciuto piuttosto che restare. Dice Gesù: . (Mt 25,34-35) “Beati voi, perché ero straniero e mi avete accolto”. Il 74,4 degli italiani sono cattolici. Evidentemente per il problema dell’immigrazione c’è una deroga divina.

Genova, 25 Settembre 2023

Ugo Dighero

CHRISTIAN LAVERNIER 

La Soñada è uno strumento a undici corde costruito nel 2017 dal liutaio Carlos Gonzalez che ha raccolto in esso il passato ed il futuro degli strumenti a sei corde. Sette corde tastate e quattro bordoni liberi che espandono lo strumento verso la parte grave costituiscono un nuovo mondo sonoro che stravolge la normale tecnica chitarristica. Quando abbiamo iniziato a lavorare a “Il Ringhio” con Ugo Dighero, mi sono chiesto come poter inserire i suoni di uno strumento così sfaccettato in un testo tanto denso e emotivamente carico come quello immaginato. Alcune scelte sono state dettate proprio dalla voce, altre dal linguaggio scelto: ho introdotto l’arco che viene usato sul basso per avvolgere il suono della voce che geme e si contorce, le corde incrociate per creare un legame con la parola in un dato punto, lo slap e le percussioni della mano destra e mano sinistra sulle fasce dello strumento e sul ponte per creare un impasto sonoro che rendesse percepibile il ribollire di un motore in alto mare, e ancora, lo slide che fa rimanere tutto sospeso come nel vuoto, anche fuori dalla tastiera, o le pinze applicate sulle corde di bordone che rimbalzano esattamente come rimbalza un pugno in pieno volto. Sfruttando un lembo di corda fuori dal ponticello ho creato lo scandire del tempo. Il rimbombo della tambora, fino ad arrivare a percussioni oltre l’osso dello strumento. Non ho mai cercato l’effetto fine a se stesso, ma ho cercato di metterlo al servizio del testo, alla sua drammaticità . Proprio per questo motivo ho deciso di introdurre una legenda per i suoni speciali che ho utilizzato e che ne spiegano tecnicamente il loro utilizzo. Mi sono emozionato molto a lavorare su questo testo e molte volte mi sono chiesto quante persone ancora dovranno morire perché si possa percepire quel senso di umanità e di sdegno che ogni essere vivente dovrebbe pretendere da se stesso.

Parigi, 25 Settembre 2023

Christian Lavernier 

 

Testi: Ugo Dighero

Musica: Christian Lavernier

Lavernier_The-Gate-of-Hell_Rodin

The Gate of Hell_Homage to François-Auguste-René Rodin (EMA Edition)

August 31, 2023 by lavernier

PREFAZIONE

La Porta dell’Inferno venne commissionata a Auguste Rodin da Edmond Turquet nel 1880. Doveva essere collocata al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, ma questo progetto non vide mai la sua realizzazione, poiché Rodin lavorò alla porta per quasi quarant’anni, fino alla sua morte. Non vide mai la sua opera finita e fusa. All’interno collocò tutte le sue opere, come fosse un racconto della sua traiettoria artistica riunita in un solo unico monumentale gesto. Osservando la porta qui a Parigi, ho cercato di scavare a fondo per trovare i suoni che potessero raccontare il mio sentire osservando l’opera. Un entrare incerto, strisciando l’arco della Soñada, come fosse un respiro. Successivamente l’intonazione del monocordo con un bending ampio che imita un gemito sono il preludio di una melodia arpeggiata che sfocia in una sezione centrale con note ornamentali a cascata, quasi improvvisate, come un rotolare, uno scivolare incessante con una linea melodica affidata alle corde basse, percosse con la sola mano sinistra in risonanza e l’arco usato come pedale. Al termine di questa sezione si torna alla melodia iniziale, leggermente variata, ma con incedere incerto (un poco “frastornato” sognante e rubando). Questa parte porta a un finale volutamente aperto “ad libitum”, come se la porta non avesse mai una fine.

Parigi, 30 Agosto 2023

FOREWORD

The Gates of Hell was commissioned from Auguste Rodin by Edmond Turquet in 1880. It was to be placed in the Musée des Arts Décoratifs in Paris, but this project was never realized, since Rodin worked on the door for nearly forty years until his death. He never saw his work finished and cast. Inside he placed all his works, as if it were a narrative of his artistic trajectory brought together in one monumental gesture. Looking at the door here in Paris, I tried to dig deep to find the sounds that could tell the story of how I felt while observing the work. An uncertain entry, crawling the arch of the Soñada, as if it were a breath. Next, the monochord intonation with a wide bending that mimics a groan are the prelude to an arpeggiated melody that flows into a middle section with ornamental notes in cascade, almost improvised, like a rolling, incessant glide with a melodic line entrusted to the low strings, struck with only the left hand in resonance and the bow used as a pedal. At the end of this section, there is a return to the initial melody, slightly varied, but with an uncertain gait (a little “dazed” dreaming and stealing). This part leads to a deliberately open ending “ad libitum,” as if the door never has an end.

Paris, August 30, 2023 

Copertina-SAMO©️Christian Lavernier ISBN 9788899348380

New release SAMO©️- EMA Edition

June 8, 2023 by lavernier

Prefazione

Ho sempre pensato a Jean-Michel Basquiat come uno strano caso dove le idee artistiche si sono concentrate con una maturità “innaturale” in un periodo brevissimo di tempo. Molto spesso si parla di “periodo giovanile” e “maturità artistica”. Non è certamente valido per lui, che ha concentrato tutto in un punto dello spazio tempo e ha regalato al mondo se stesso. SAMO© è lo pseudonimo con il quale Basquiat si firmava insieme ad Al Diaz a New York tra il 1978 e il 1980. Graffiti, scritti, disegni, espressione spontanea di un disagio trasformato in arte senza mediazione. Il brano che ho composto cerca una scrittura diversa aggiungendo pentagrammi, rispetto a una tradizionale scrittura e parti improvvisate, cercando una linea sottile che esiste dentro l’interprete che affronta questa musica. Ho usato volontariamente molti simboli, ci sono due pagine di legenda, per non perdere l’interiorità, direi l’anima dell’esecutore e non imbrigliare la musica in una grafia tradizionale. Non ho cercato il gesto o lo stupore, lo stupore è momentaneo e una volta svanito non resta nulla. Ho invece indagato il limite di un’interpretazione scritta su uno strumento come La Soñada che oggi muove i suoi primi passi. L’uso dello slide rende molte parti liquide e volutamente improvvisate, rimanendo ancorati a un’idea di tensione sonora espressa con una grafica alternativa. Il finale é volutamente non risolto, con un pianissimo che continua nel vuoto, come se l’opera non avesse un finale definito. Jean-Michel Basquiat, nel mio immaginario, comincia a esistere quando ci dimentichiamo del tempo che ci inchioda al suolo. Nella sua opera non esiste nessun passato e nessun futuro, ma solo un presente che sembra essere cosi nitido da fermare i nostri orologi.

Parigi 29 Maggio 2023

 

Foreword

I have always thought of Jean-Michel Basquiat as a strange case where artistic ideas were concentrated with “unnatural” maturity in a very short period of time. Very often we talk about “youth period” and “artistic maturity.” It certainly does not apply to him, who concentrated everything at one point in space-time and gave himself to the world. SAMO© is the pseudonym under which Basquiat signed himself and Al Diaz in New York between 1978 and 1980. Graffiti, writings, drawings, a spontaneous expression of distress transformed into art without mediation. The piece I composed seeks a different writing by adding staves, as opposed to a traditional writing and improvised parts, looking for a thin line that exists within the performer who faces this music. I voluntarily used a lot of symbols, there are two pages of legend, in order not to lose the interiority, I would say the soul of the performer and not to harness the music in a traditional spelling. I did not look for the gesture or the astonishment, astonishment is momentary and once it vanishes nothing remains. Instead, I investigated the limit of a written interpretation on an instrument like La Soñada that is taking its first steps today. The use of the slide makes many parts liquid and deliberately improvised, remaining anchored to an idea of sound tension expressed with alternative graphics. The ending is deliberately unresolved, with a pianissimo that continues into the void, as if the work had no definite ending. Jean-Michel Basquiat, in my imagination, begins to exist when we forget the time that pins us to the ground. In his work there is no past and no future, only a present that seems to be so sharp that it stops our clocks.

Paris 29 May 2023 

Christian-Lavernier_Six-Fois-Onze_Alessandro-Solbiati (2023)

New release – Alessandro Solbiati “Six Fois Onze” Christian Lavernier – Available now

April 27, 2023 by lavernier

SIX FOIS ONZE

Ho sempre considerato l’incontro compositivo con uno strumento musicale prima mai “frequentato” come uno stimolo molto importante per ampliare il mio immaginario sonoro e per aprire in me nuovi territori espressivi. Nel corso degli anni ciò è successo via via con la fisarmonica, lo cymbalom, le “pietre sonore” dello scultore Pinuccio Sciola e con altri strumenti inconsueti. Nel caso della soñada, l’incontro è stato doppio: da una parte uno strumento stupefacente, che a prima vista appare un incrocio tra chitarra e tiorba, ma che via via rivela una ricchezza e una bellezza di sonorità, di possibilità articolative, di registri e di dinamiche del tutto sue, non paragonabili a quelle di nessun altro strumento della stessa famiglia, e dall’altra un interprete, Christian Lavernier, unico depositario dello strumento, suo vero mentore, che con immensa passione, abilità e dedizione è disposto a mettersi in gioco continuamente, a rispondere alle richieste di un compositorepensandole sempre attuabili, a “viaggiare” assieme al compositore stesso alla scoperta di nuove possibilità.

Ho conosciuto, attraverso Christian, un tal numero di risorse dello strumento, e ne ho tratto un tal numero di idee che l’unico modo per dar loro vita e suono senza scadere nel catalogo era quello di pensare ad una successione di brevi brani, ciascuno dei quali dotato di una propria evidente fisionomia figurale e immaginativa focalizzata di volta in volta su altrettanti aspetti dello strumento: il primo parte dal centro assoluto del registro strumentale per ampliarlo via via, fino a stupire per la vastità del registro stesso, il secondo sfrutta la vicinanza di accordatura grave di sesta e settima corda per poi appoggiarsi alle sonorità scure delle corde di risonanza, il terzo è basato su un bordone dell’undicesima corda suonata con un archetto affidando alla sola sinistra un canto ascendente, il quarto è una serie di velocissime e incalzanti variazioni, il quinto utilizza un ampio repertorio di tecniche estese ottenendo sonorità imprevedibili, il sesto si concentra infine sugli armonici che si possono produrre su tutte le undici corde. Spero di aver dato un contributo alla conoscenza di uno strumento di vero, grande interesse, sondando nel contempo, attraverso di lui, nuove istanze espressive.

(Alessandro Solbiati)

Link: Spotify

 

SIX FOIS ONZE

I have always considered the “compositive meeting” with a never employed instrument as an important incentive to enlarge my sound image and to open inside myself new expressive landscapes.

Over the years this happened with the accordion, the cimbalom, the “sounding stones” by the sculptor Pinuccio Sciola, and with other unusual instruments. As for soñada, it has been a double meeting: on one side an amazing instrument, at first glance a cross between a guitar and a tiorba, but which shows more and more a richness and beauty of sound, technical means, registers and dynamics absolutely original, not comparable with each other similar instrument ones, and from the other side a performer, Christian Lavernier, the only one owner of this instrument, true its own mentor, who is continuously open to put himself in the game with immense passion, skill and dedication, to answer to every composer’s request, thinking they are always possible, to “travel” with the same composer discovering new possibilities.

Across Christian, I’ve known a so large number of soñada’s resources, and I’ve obtained such a number of ideas by them that the only one way to give them life and sound without falling in a catalogue has been to imagine a series of short pieces, each of which with its own clear figural and imaginative appearance, every time based upon particular aspects of the instrument.

The first one starts from the true center of the register and enlarges it till we’re amazed by its range, the second one is around the proximity of the low tuning of sixth ad seventh string (re-mi) and then leans against the dark sound of the resonance strings, the third one is based on the “bordone” of open eleventh string, played with a bow, over which left hand sings an ascending melody; the fourth one consists in a series of very quick variations, the fifth uses a wide collection of extended techniques, obtaining unpredictable sonorities, the last one is concentrated on every kind of harmonics on the eleven strings.

I hope I could give a contribution to the knowledge and the repertory of an enormously interesting instrument, exploring at the same time with it new expressive fields of mine.

(Alessandro Solbiati) 

Link: Spotify

AUREA_Christian Lavernier EMA Edition

Aurea for Clarinet and Piano

April 17, 2023 by lavernier

PREFAZIONE

Aurea è un brano scritto per clarinetto e pianoforte, due strumenti che mi hanno sempre affascinato sia per il loro suono che per la loro dinamica complicità. Il titolo rimanda direttamente alla costruzione interna della composizione che segue la sezione aurea di Fibonacci. Nella sua struttura formale viene esposto un tema, che passa dal pianoforte al clarinetto ; successivamente vi è una parte centrale dove si elabora uno sviluppo libero. In seguito, il tema viene ripreso ma invertendo le entrate e rovesciando le parti. Ho volutamente scritto le indicazioni metriche delle battute fuori dal pentagramma per una
maggiore comprensione e facilità di lettura. Questa piccola opera è dedicata al clarinettista Tommaso Lonqhich, che ne ha ispirato la sua realizzazione e che ringrazio per i preziosi consigli.

Link EMA Edition

Parigi, 05 Marzo 2023
Christian Lavernier

 

FOREWORD

Aurea is a piece written for clarinet and piano, two instruments that have always fascinated me both for their sound and their dynamic complicity. The title refers directly to the interna construction of the composition, which follows Fibonacci’s sequence. In its formal structure, a theme is expounded, which passes from the piano to the clarinet; then there is a central part where a free development is elaborated. Later, the theme is taken up again but by inverting
the entrances and reversing the parts.
I have deliberately written the metrical indications of the bars off the staff for greater
understanding and ease of reading. This small work is dedicated to clarinetist Tommaso
Lonqhich, who inspired its creation and whom I thank for valuable suggestions.

Link EMA Edition

Paris, 05 March 2023
Christian Lavernier

Alessandro Solbiati six fois onze Christian Lavernier

Alessandro Solbiati “SIX FOIS ONZE” per La Soñada

January 25, 2023 by lavernier

SIX FOIS ONZE è stato composto su richiesta di Christian Lavernier, che ringrazio sentitamente per la collaborazione strumentale fornita. Il brani sono a lui dedicati.

La soñada è un particolarissimo strumento costruito per Christian Lavernier dal liutaio Carlos Gonzales. Si tratta di una sorta di incrocio tra una chitarra e una tiorba: la base è costituita da una chitarra a sette corde (alle tradizionali sei se ne aggiunge una settima più grave, accordata in re). A tali sette corde si aggiungo quattro corde di risonanza, o di bordone, più gravi, normalmente accordate in sol-la-si-do, ma che nel corso dei sei movimenti di SIX FOIS ONZE vengono variamente scordate. Tali quattro corde non possono essere tastate, in quanto fuori tastiera, ma possono essere suonate in vario modo, producendo risonanze o suoni smorzati o armonici e così via. La profondità di suono di questo strumento è davvero straordinaria, e ringrazio dunque Christian Lavernier di avermi dato la possibilità di conoscerlo ed indagarlo fino a comporre questi sei brevi movimenti, molto diversi l’uno dall’altro.

"Six fois onze" by Alessandro Solbiati
“Six fois onze” by Alessandro Solbiati

L’esecuzione integrale è naturalmente decisamente preferibile, ma lascio all’interprete la possibilità di un’esecuzione parziale, in particolari circostanze.

Le alterazioni valgono solo per la nota davanti alla quale sono poste

Edizioni Suvini Zerboni

DURATA: 13

(Alessandro Solbiati)

Light Side Lavernier

Light Side Available

September 20, 2022 by lavernier

“Light Side” is a tribute to the art of Lucio Fontana and his search for a “third” dimension

beyond the canvas. The long work done on the cuts leads to a different concept than the

bi-dimensionality of the canvas. It was Lucio Fontana himself who wrote: “I never wanted

to destroy, on the contrary, I wanted to create because light passes through it”. The idea

for this work for “La Soñada”, an eleven-string guitar made by the luthier Carlos

Gonzalez, starts from the idea of exploiting an initial sound input given by the rubbing of

the finger of the right hand on the eleventh string, creating a sound effect reminiscent of

the cutting of the canvas. This creates a resonant, suspended melody that accompanies

the whole piece, interspersed with the cuts made by the eleventh string when rubbing the

fingernail on it, as if one could see beyond the canvas and imagine new figures. The main

melody, always free and resonant, ends with a diminuendo finale that tends to become

weaker until it stops in suspension.

Paris, 9 Marzo 2022

Christian Lavernier

Available here
Lavernier Oumuamua

Oumuamua Available

July 12, 2022 by lavernier

Oumuamua is the first interstellar object sighted in our galaxy and its name, taken from the Hawaiian language, comes from the fact that the telescope that first observed it is located on these very islands. In the indigenous language, Oumuamua means ‘messenger from far away’. The asteroid, which has an elongated and unusual shape, was discovered in 2017 and has a hyperbolic trajectory, which is particularly anomalous compared to that of other objects observed in our solar system, so much so that it has captured the attention of various scholars who have formulated various hypotheses, ranging from natural formation to that of an interstellar artifact. However, we cannot know for sure where it came from and Oumuamua remains an enigma to scientists to this day. It approached the Earth at a minimum distance of 24 million kilometres and then moved away, accelerating at a speed of about 70,000 miles per hour. Oumuamua’s “lightning visit” will take about four years to return to interstellar space from whence it came. This work is dedicated to the duo formed by Thorwald Jørgensen and Josip Dragnić, who play theremin and guitar respectively. The theremin is an electronic instrument invented in 1919 by Soviet physicist Lev Sergeevič Termen. The characteristics of this particular instrument, which involves oscillators working in isofrequencies, producing beats and thus sound waves, prompted me to write this score. At the beginning we hear radio interference from the theremin’s glissati, then a slow advance brings in the guitar. Afterwards, everything is thrown into a sonic vortex that seems to approach and then dissolve into nothingness like the passage of Oumuamua. Paris, 9 Marzo 2022 Christian Lavernier 

Paris, 31 Marzo 2022 Christian Lavernier

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