Il progetto «Back to ‘800. Il suono della storia», ideato dal M° Christian Lavernier, si propone di riportare in luoghi unici, come i teatri storici d’Italia, la grande letteratura per chitarra fiorita nell’800 europeo, eseguita su di uno strumento d’eccezione. La chitarra, fulcro del progetto, é un esemplare originale di Charotte-Millot del 1810, in perfetto stato di conservazione. «Back to ‘800» sarà presentato nella prossima stagione ed in seguito sarà in tournée in Italia ed Europa. La promozione del patrimonio culturale, storico e artistico, attraverso eventi d’eccezione, come il ritorno in teatro di uno strumento degli inizi dell’ottocento tra le mani di un Maestro di fama internazionale, è proprio il fine del progetto ideato da Christian Lavernier. «Back to ‘800» sarà, in oltre, un lavoro che vedrà la pubblicazione di un album live, con registrazioni nei differenti teatri ospitanti l’evento ed una pubblicazione legata alla storia dello strumento di Mirencourt. Il M° Lavernier propone due programmi in parallelo legati a questo progetto : un repertorio di ampio respiro che tocca gli autori più significativi del XIX sec. (vedi : ”Programma ‘800”) ed un secondo focalizzato sulla figura di J. K. Mertz, con una retrospettiva sul grandissimo compositore ungherese (”Fra le corde di Mertz. Retrospettiva sul genio ungherese”, musiche tratte da Bardenklange e la famosa Fantasie Hongroise). In allegato, il dettaglio dei due programmi di cui sopra, il CV del M° Christian Lavernier ed ulteriori informazioni relative allo strumento.
Back to 800
The «Back to’ 800. The sound of history », designed by M° Christian Lavernier, it is proposed to bring in unique places such as theaters of Italy and Europe, the great literature guitar flourished in ‘800, performed on instrument of exception. The guitar, the heart of the project, is an ‘1810 original Charotte-Millot, in perfect conditions. «Back to ‘800’ will be presented in the next season and then it will be on tour in Italy and Europe. The promotion of cultural, historical and artistic heritage, through exceptional events, such as the return to the scene of an instrument of the early XIX century in the hands of a master of international renown, it is the aim of the project designed by Christian Lavernier. «Back to ‘800» will, in addition, a job that will see the publication of a live album, with registrations from different theaters hosting the event and a publication linked to the history of the instrument of Mirencourt. Christian Lavernier proposes two parallel programs related to this project: a wide-ranging repertoire that touches the majors authors of nineteenth century. (see: “Program ‘800”) and a second focused on the figure of J.K. Mertz, with a retrospective on great Hungarian composer (“Between the Mertz’s strings. Retrospective on the Hungarian genius, “music from the famous and Bardenklange Fantasies Hongroise). Attached are the details of the two programs mentioned above, the CV of M°Christian Lavernier and more information about the instrument.
Mauro Giuliani (1781-1829)
Grande Overture op.61”
Fernando Sor (1778-1839)
Variazioni O.p 9
Dionisio Aguado (1784-1849)
Introduzione e Capriccio op.2 n.3
Giulio Regondi (1822-1872)
Introduzione e Capriccio op. 23
Johann Kaspae Mertz (1806-1856)
Fantasie Hongroise
PREFAZIONE
Extracomunitario, straniero, immigrato, clandestino, irregolare, migrante.Sui giornali, in televisione, sul web li sentiamo continuamente nominare. Sono decine di migliaia. Crescono ogni anno. Abbiamo continue notizie statistiche, notizie sui flussi di provenienza, notizie su centri di accoglienza/detenzione stracolmi, notizie di politica estera, notizie su accordi e contrasti con gli stati africani. Nessuna notizia su come l’occidente abbia impietosamente depredato il continente africano per più di un secolo. Oggi hanno trasferito 500 clandestini da qui a lì, 278 fermati alla frontiera, la Francia ce ne restituisce 36 di cui 12 smaltiti in centri governativi, 20 in centri di accoglienza straordinari, e 4 in strutture di accoglienza provvisorie.
Per alcuni il problema è di facile soluzione: chiudere i porti, vietare il soccorso in mare o anche affondare i barconi con armamenti adeguati.
“Vengono qui a rubarci il lavoro”, “aiutiamoli a casa loro”, “ non sono razzista, ma…”, “negher fora di bal”. Il 36% per cento sono così, il 22% sono cosà, 127.342 coperte, 364.237 paia di carpe, servono 5.347.834 litri di acqua potabile, 6.357.000 bastoncini di pesce per avere almeno 245.334.556 calorie…Numeri. Percentuali. Proiezioni. Quasi nessuno parla di persone.Sono persone. Persone. Ognuna con una propria storia, una famiglia, un lavoro, un problema di sopravvivenza, un anziano da accudire. Sono operai, disoccupati, artigiani, laureati, criminali, uomini di fede, contadini, artisti, politici, nullafacenti, astrofisici, ignoranti, professori, esattamente come da noi, come in tutto mondo. Provo a mettermi nei loro panni: ignaro del mio futuro faccio salire i miei figli e mia moglie incinta su un gommone che perde pezzi per arrivare non si sa dove, forse.Lo faccio davvero. Valuto che è la cosa migliore per me e per loro. Per decidere di fare un gesto simile, da cosa sto scappando? Palesemente l’orrore da cui sto fuggendo è tale che preferisco rischiare la mia vita e quella della mia famiglia per un futuro sconosciuto piuttosto che restare. Dice Gesù: . (Mt 25,34-35) “Beati voi, perché ero straniero e mi avete accolto”. Il 74,4 degli italiani sono cattolici. Evidentemente per il problema dell’immigrazione c’è una deroga divina.
Christian Lavernier & Ugo Dighero
PREFAZIONE
La Porta dell’Inferno venne commissionata a Auguste Rodin da Edmond Turquet nel 1880. Doveva essere collocata al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, ma questo progetto non vide mai la sua realizzazione, poiché Rodin lavorò alla porta per quasi quarant’anni, fino alla sua morte. Non vide mai la sua opera finita e fusa. All’interno collocò tutte le sue opere, come fosse un racconto della sua traiettoria artistica riunita in un solo unico monumentale gesto. Osservando la porta qui a Parigi, ho cercato di scavare a fondo per trovare i suoni che potessero raccontare il mio sentire osservando l’opera. Un entrare incerto, strisciando l’arco della Soñada, come fosse un respiro. Successivamente l’intonazione del monocordo con un bending ampio che imita un gemito sono il preludio di una melodia arpeggiata che sfocia in una sezione centrale con note ornamentali a cascata, quasi improvvisate, come un rotolare, uno scivolare incessante con una linea melodica affidata alle corde basse, percosse con la sola mano sinistra in risonanza e l’arco usato come pedale. Al termine di questa sezione si torna alla melodia iniziale, leggermente variata, ma con incedere incerto (un poco “frastornato” sognante e rubando). Questa parte porta a un finale volutamente aperto “ad libitum”, come se la porta non avesse mai una fine.
Parigi, 30 Agosto 2023
FOREWORD
The Gates of Hell was commissioned from Auguste Rodin by Edmond Turquet in 1880. It was to be placed in the Musée des Arts Décoratifs in Paris, but this project was never realized, since Rodin worked on the door for nearly forty years until his death. He never saw his work finished and cast. Inside he placed all his works, as if it were a narrative of his artistic trajectory brought together in one monumental gesture. Looking at the door here in Paris, I tried to dig deep to find the sounds that could tell the story of how I felt while observing the work. An uncertain entry, crawling the arch of the Soñada, as if it were a breath. Next, the monochord intonation with a wide bending that mimics a groan are the prelude to an arpeggiated melody that flows into a middle section with ornamental notes in cascade, almost improvised, like a rolling, incessant glide with a melodic line entrusted to the low strings, struck with only the left hand in resonance and the bow used as a pedal. At the end of this section, there is a return to the initial melody, slightly varied, but with an uncertain gait (a little “dazed” dreaming and stealing). This part leads to a deliberately open ending “ad libitum,” as if the door never has an end.
Paris, August 30, 2023
Prefazione
Ho sempre pensato a Jean-Michel Basquiat come uno strano caso dove le idee artistiche si sono concentrate con una maturità “innaturale” in un periodo brevissimo di tempo. Molto spesso si parla di “periodo giovanile” e “maturità artistica”. Non è certamente valido per lui, che ha concentrato tutto in un punto dello spazio tempo e ha regalato al mondo se stesso. SAMO© è lo pseudonimo con il quale Basquiat si firmava insieme ad Al Diaz a New York tra il 1978 e il 1980. Graffiti, scritti, disegni, espressione spontanea di un disagio trasformato in arte senza mediazione. Il brano che ho composto cerca una scrittura diversa aggiungendo pentagrammi, rispetto a una tradizionale scrittura e parti improvvisate, cercando una linea sottile che esiste dentro l’interprete che affronta questa musica. Ho usato volontariamente molti simboli, ci sono due pagine di legenda, per non perdere l’interiorità, direi l’anima dell’esecutore e non imbrigliare la musica in una grafia tradizionale. Non ho cercato il gesto o lo stupore, lo stupore è momentaneo e una volta svanito non resta nulla. Ho invece indagato il limite di un’interpretazione scritta su uno strumento come La Soñada che oggi muove i suoi primi passi. L’uso dello slide rende molte parti liquide e volutamente improvvisate, rimanendo ancorati a un’idea di tensione sonora espressa con una grafica alternativa. Il finale é volutamente non risolto, con un pianissimo che continua nel vuoto, come se l’opera non avesse un finale definito. Jean-Michel Basquiat, nel mio immaginario, comincia a esistere quando ci dimentichiamo del tempo che ci inchioda al suolo. Nella sua opera non esiste nessun passato e nessun futuro, ma solo un presente che sembra essere cosi nitido da fermare i nostri orologi.
Parigi 29 Maggio 2023
Foreword
I have always thought of Jean-Michel Basquiat as a strange case where artistic ideas were concentrated with “unnatural” maturity in a very short period of time. Very often we talk about “youth period” and “artistic maturity.” It certainly does not apply to him, who concentrated everything at one point in space-time and gave himself to the world. SAMO© is the pseudonym under which Basquiat signed himself and Al Diaz in New York between 1978 and 1980. Graffiti, writings, drawings, a spontaneous expression of distress transformed into art without mediation. The piece I composed seeks a different writing by adding staves, as opposed to a traditional writing and improvised parts, looking for a thin line that exists within the performer who faces this music. I voluntarily used a lot of symbols, there are two pages of legend, in order not to lose the interiority, I would say the soul of the performer and not to harness the music in a traditional spelling. I did not look for the gesture or the astonishment, astonishment is momentary and once it vanishes nothing remains. Instead, I investigated the limit of a written interpretation on an instrument like La Soñada that is taking its first steps today. The use of the slide makes many parts liquid and deliberately improvised, remaining anchored to an idea of sound tension expressed with alternative graphics. The ending is deliberately unresolved, with a pianissimo that continues into the void, as if the work had no definite ending. Jean-Michel Basquiat, in my imagination, begins to exist when we forget the time that pins us to the ground. In his work there is no past and no future, only a present that seems to be so sharp that it stops our clocks.
Paris 29 May 2023
(For Clarinet and Piano)
PREFAZIONE
Aurea è un brano scritto per clarinetto e pianoforte, due strumenti che mi hanno sempre affascinato sia per il loro suono che per la loro dinamica complicità. Il titolo rimanda direttamente alla costruzione interna della composizione che segue la sezione aurea di Fibonacci. Nella sua struttura formale viene esposto un tema, che passa dal pianoforte al clarinetto ; successivamente vi è una parte centrale dove si elabora uno sviluppo libero. In seguito, il tema viene ripreso ma invertendo le entrate e rovesciando le parti. Ho volutamente scritto le indicazioni metriche delle battute fuori dal pentagramma per una
maggiore comprensione e facilità di lettura. Questa piccola opera è dedicata al clarinettista Tommaso Lonqhich, che ne ha ispirato la sua realizzazione e che ringrazio per i preziosi consigli.
Parigi, 05 Marzo 2023
Christian Lavernier
FOREWORD
Aurea is a piece written for clarinet and piano, two instruments that have always fascinated me both for their sound and their dynamic complicity. The title refers directly to the interna construction of the composition, which follows Fibonacci’s sequence. In its formal structure, a theme is expounded, which passes from the piano to the clarinet; then there is a central part where a free development is elaborated. Later, the theme is taken up again but by inverting
the entrances and reversing the parts.
I have deliberately written the metrical indications of the bars off the staff for greater
understanding and ease of reading. This small work is dedicated to clarinetist Tommaso
Lonqhich, who inspired its creation and whom I thank for valuable suggestions.
Paris, 05 March 2023
Christian Lavernier
SIX FOIS ONZE è stato composto su richiesta di Christian Lavernier, che ringrazio sentitamente per la collaborazione strumentale fornita.
Il brano è a lui dedicato.
La soñada è un particolarissimo strumento costruito per Christian Lavernier dal liutaio Carlos Gonzales. Si tratta di una sorta di incrocio tra una chitarra e una tiorba: la base è costituita da una chitarra a sette corde (alle tradizionali sei se ne aggiunge una settima più grave, accordata in re). A tali sette corde si aggiungo quattro corde di risonanza, o di bordone, più gravi, normalmente accordate in sol-la-si-do, ma che nel corso dei sei movimenti di SIX FOIS ONZE vengono variamente scordate. Tali quattro corde non possono essere tastate, in quanto fuori tastiera, ma possono essere suonate in vario modo, producendo risonanze o suoni smorzati o armonici e così via. La profondità di suono di questo strumento è davvero straordinaria, e ringrazio dunque Christian Lavernier di avermi dato la possibilità di conoscerlo ed indagarlo fino a comporre questi sei brevi movimenti, molto diversi l’uno dall’altro.
L’esecuzione integrale è naturalmente decisamente preferibile, ma lascio all’interprete la possibilità di un’esecuzione parziale, in particolari circostanze.
Le alterazioni valgono solo per la nota davanti alla quale sono poste
DURATA: 13
(Alessandro Solbiati)
ISBN 979070511300906
Dreams rappresenta uno dei primissimi brani del progetto sviluppato dal chitarrista Christian Lavernier sullo strumento a 11 corde costruito dal liutaio Carlos Gonzales.
Fin da quando lui stesso me ne parlò con molto entusiasmo la prima volta nel 2017 ho avvertito il fascino di aderire a qualcosa di profondamente nuovo, di esserne anzi quasi un pioniere, e nello stesso tempo mi accorsi anche della difficoltà di essere all’altezza dei “sogni” che si voleva realizzare. Non è infatti facile accingersi a scrivere musica per uno strumento “a solo” che non si è mai visto e di cui non si conosce altro che qualche notizia tecnica sulla fattura e sulla costruzione. Tanto più che sarebbe stato inevitabile, per esaltare proprio le caratteristiche innovative dello strumento, entrare in profondità, anche rispetto gli altri parametri del suono, proprio sulle risorse timbriche che si potevano e dovevano esaltare ed esprimere con questa invenzione di eccezionale artigianato artistico. E dunque, legate alle risorse timbriche, altrettanto inevitabile diventava la ricerca sugli infiniti modi di produzione del suono e sul poterne rappresentare la esatta resa esecutiva con adeguata notazione, una volta capite le possibilità offerte dalla sua originale fattura. Benchè avessi una discreta esperienza compositiva maturata fin dal mio primo brano chitarristico del 1987, non a caso dedicato a Vincenzo Galilei – padre non solo del fisico Galileo ma anche del liutaio Michelangelo – e al Dialogo della musica antica e della moderna; questa diversa sfida imponeva una concentrazione massima sia sull’uso di stilemi propri del linguaggio musicale contemporaneo che dovevano integrarsi o allargarsi sulle nuove possibilità strumentali, e sia sulla verifica continua della narrazione che si voleva proporre col brano. Dove il titolo, Dreams, va detto, finisce quasi per sovrapporsi e identificarsi con lo strumento inventato da Gonzales, la Soñada.
Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco proprio il “sognatore” di questo progetto, Christian Lavernier, con il quale tenni per mesi un dialogo a distanza fatto di telefonate serali interminabili, esempi trasmessi in videoconferenza con Parigi, scambio di files MP3 anche per pochissime battute ed effetti studiati e per indispensabili verifiche d’ascolto di quel che si andava costruendo.
E quel che si andava costruendo era appunto un viaggio sconosciuto nel sogno d’artista. “Prova ad ascoltare al buio e ad occhi chiusi, e poi mi dici” mi invitava più volte Lavernier nelle nostre conversazioni. E nel sogno le emozioni parevano esprimersi con tutti i loro contrasti affettivi, dall’inquietudine alla serenità, dalla durezza alla dolcezza di suoni e agglomerati sonori ora chiari e ora volutamenteconfusi tra i bordoni, dai diversi piani di contrappunti complessi a momenti di indugio ossessivo su domande inevitabili ed inevase della vita. Infine, a momenti di apertura e di umane aspettative su questo universo infinito, un paesaggio notturno in cui ognuno potrebbe anche perdersi insieme ai frutti generosi della propria ricerca di vita e sul suono.
(Andrea Talmelli)
Light Side Lavernier ISBN 9788899348281
“Light Side” is a tribute to the art of Lucio Fontana and his search for a “third” dimension beyond the canvas. The long work done on the cuts leads to a different concept than the bi-dimensionality of the canvas. It was Lucio Fontana himself who wrote: “I never wanted to destroy, on the contrary, I wanted to create because light passes through it”. The idea for this work for “La Soñada”, an eleven-string guitar made by the luthier Carlos Gonzalez, starts from the idea of exploiting an initial sound input given by the rubbing of the finger of the right hand on the eleventh string, creating a sound effect reminiscent of the cutting of the canvas. This creates a resonant, suspended melody that accompanies the whole piece, interspersed with the cuts made by the eleventh string when rubbing the fingernail on it, as if one could see beyond the canvas and imagine new figures. The main melody, always free and resonant, ends with a diminuendo finale that tends to become weaker until it stops in suspension.
Paris, 9 Marzo 2022
Christian Lavernier
Lavernier Oumuamua ISBN 9788899348298
Oumuamua è il primo oggetto interstellare avvistato nella nostra galassia e il suo nome, preso dalla lingua hawaiana, deriva dal fatto che il telescopio che lo ha osservato per primo si trova proprio in queste isole. In lingua indigena Oumuamua significa “messaggero che arriva da lontano”. L’asteroide, di forma allungata e insolita, venne scoperto nel 2017 presenta una traiettoria iperbolica, particolarmente anomala rispetto a quella di altri oggetti osservati nel nostro sistema solare, tanto da attirare l’attenzione di vari studiosi che hanno formulato diverse ipotesi, spaziando dalla formazione naturale a quella di artefatto interstellare. Tuttavia non possiamo conoscere con certezza la sua provenienza e Oumuamua resta ancora oggi un enigma per gli scienziati. Si è avvicinato alla terra fino a una distanza minima di 24 Milioni di chilometri per poi allontanarsi accelerando a una velocità di circa 70000 miglia orarie. Una vera e propria “visita lampo” quella di Oumuamua che tra circa quattro anni tornerà nello spazio interstellare da dove proviene. Quest’opera è dedicata al duo formato da Thorwald Jørgensen e Josip Dragnić, rispettivamente theremin e chitarra. Il theremin è uno strumento elettronico inventato nel 1919 dal fisico sovietico Lev Sergeevič Termen. Le caratteristiche di questo particolare strumento, che prevede oscillatori che lavorano in isofrequenze producendo battimenti e quindi onde sonore, mi hanno spinto a scrivere questa partitura. In principio si sentono come delle interferenze radiofoniche date dai glissati del theremin, poi una lenta avanzata fa intervenire anche la chitarra. Successivamente, tutto si getta in un vortice sonoro che pare avvicinarsi e poi dissolversi nel nulla come il passaggio di Oumuamua.
Parigi, 9 Marzo 2022 Christian Lavernie
Helgoland-Lavernier ISBN 9788899348274
Helgoland is an island in the North Sea where Werner Heisenberg conceived his theory of quantum physics, which still today brings with it enigmas and confirmations. The idea for this piece written for La Soñada came after reading a book by Carlo Rovelli entitled “Helgoland” and after many conversations with Antonella Fatai, a brotherly friend who has been involved in mathematics, physic and teaching all her life. The beginning of the piece is not accidental. From the beginning until bar twenty-four a retrograde mirror canon is developed. In this type of canon the following voice starts from the last note of the previous one and continues backwards, ending with the initial note from which it started. If you overlap bar one and bar twenty-four or bar twenty-three and bar two, and so on, you will observe how the contents are overlapped and one is reversed, hence retrograde. Subsequently there is a whirling “tempo moderato” that makes everything much more fluid, with deep and low sounds and then returns in a “dreamy and fluctuating” time to our retrograde mirror canon that this time is further inverted in its internal structure, the beginning becomes the end and the end becomes the beginning. I dedicate this work to the Conti Fatai family, to Paolo, Antonella, Maria, Elisa, Anna, Matteo, Lorenzo and Elena Sofia. A part of me is indissolubly linked to them by a brotherly friendship.
Paris, 31 Marzo 2022 Christian Lavernier
Cover image – On the strings at home, by Lorenzo Raspanti
Lavernier DEEPAWALI_EMA Edition ISBN 9788899348267
Deepawali is one of India’s most important festivals symbolising the victory of light over darkness, good over evil and knowledge over ignorance. The mythical tales shared about Diwali are numerous but they all share a common focus on righteousness, self-inquiry and the importance of knowledge being the path to overcoming ‘the darkness of ignorance’. It is celebrated with a grand spectacle of candles and lights and is also called the festival of light. The celebrations include prayers before one or more Hindu deities, the most common being Lakshmi who symbolises three virtues: wealth and prosperity, fertility and abundant harvests, as well as good luck. It is a way of celebrating the light within each human being and sharing it with others. The idea of this piece, dedicated to the harpist Floraleda Sacchi, is a dialogue between guitar and harp that exploits the rhythmic and dynamic aspect of the two instruments. At certain points, the two lines tend to touch and then continue in a chase that leads to very strong rhythmic syncopations that capture the heart of the piece. The two voices, harp and guitar, form a single idea of melody made possible by the sound and rhythmic similarities of the two instruments.
Paris, 8 Marzo 2022
Christian Lavernier 6 STUDI per Chitarra EMA Edition ISBN 9788899348250
There are many guitar studies on which generations of guitarists, including myself, have been trained and which still today remain milestones in the technical musical development of this instrument. However, I felt the need to give shape to my own proposal to elaborate and investigate some specific technical aspects concerning “Accents, Left Hand Jumps, Ligatures, Chords, Harmonics and Tremolo”. In the “Studio I” dedicated to accents, each aspect of the right hand is highlighted by passing the respective accents on each finger in rotation: index, middle, ring and thumb. In this way, a conscious and homogeneous control over movement and force is developed. In the “Studio II” dedicated to the jumps of the left hand, I have prepared a series of obligatory jumps that force the dialogue between “eye” and “joints” in a coordinated and joint manner. The eye will arrive, at an advanced stage of study, always before the left hand on the notes indicated. Studio III” is dedicated to ligatures, the cross and delight of every self-respecting guitarist. The various formulas proposed aim to develop a strengthening of those weaker joints, such as the middle ring finger, forcing unusual gestures that can often appear in various scores of both past and contemporary music. In “Studio IV” we work on timbre and sound balance in the tuning phase. The guitar is an instrument that produces sound in a unique way and the chords and their balance, the “sound filling”, depends on the right hand and its degree of sensitivity and control over the strings. The harmonics proposed in “Studio V” are instead a well known guitar technique and widely used in various eras, here proposed with the use of “artificial” harmonics mixed with natural harmonics and with a fingering “in imitation of the harp” using the thumb, index and ring fingers in a fluid way, reconstructing the chord and its movement. Finally, “Studio VI” on the tremolo, another technique peculiar to the guitar. The fingerings proposed, some of which, such as the middle and ring fingers on decidedly unusual rebates, form a balance and education of the joints even on unusual movements that many times are not fully controlled and can create an unbalance within the tremolo itself. In my studies I have tried to work out compositional formulas that will allow the student (or whoever is in an in-depth study of music) to understand possible technical weaknesses and overcome them without forgetting that technique remains an individual matter.
Paris, 2 March 2022 Christian Lavernier
Christian Lavernier TRES ALMAS edizioni Sinfonica (2016) ISBN 978-88-8400-275-4
PREFAZIONE
Tres Almas, sono le anime che compongono questo lavoro per chitarra.Ilšu šame, è un’espressione accadica della quale devo la scoperta alla Dott.ssa Francesca Nebiolo, assiriologa, studiosa della storia e della letteratura della Mesopotamia. Il suo significato è «rombo del cielo» o ancora «ruggito del cielo», in senso più ampio e letterario. Dedicata al mio primo maestro Mario Senise che fu la mia guida per tanti anni e che, come “un ruggito del cielo”, diede origine e spinta alla mia passione per la musica e per la chitarra. Si è soliti dire “Patria” ma in questo caso più che mai Matria, da madre, è la parola più corretta. L’ omaggio che compone questo brano è dedicato alla figura di mia Madre, dalla quale ha avuto origine tutto (nel vero senso della parola) e che rimane nel mio ricordo e nella mia anima.Papier de Riz è un omaggio al pittore ed incisore giapponese Katsushika Hokusai, che imprimeva le sue opere su carta di riso con precisione e sapienza artistica assolute. Il brano scritto a Parigi il 27 Ottobre del 2014 è frutto dell’ impressione e dell’ influenza indelebile che le opere in mostra al Grand Palais di Parigi hanno lasciato in me. Sono grato a tutte le anime che mi hanno permesso di comporre queste partiture. A loro va il mio affetto e la mia stima.
PREFACE
Tres Almas, are the souls who compose this work for guitar. Ilšu šame is an akkadian expression that I discover thanks to Dr. Francesca Nebiolo, an assyriologist who works on the history and the literature of Ancient Mesopotamia. It means «the roar of the sky» in a wide and literary sense. Dedicated to my first teacher M° Mario Senise who was my mentor for many years and like a «roar of the sky» he gave birth and encouraged my passion for the music and for guitar. We use to say «Patria» (Homeland) but in this instance more than ever Matria, from the word «madre» (mother), is the correct form. The tribute in this piece is dedicated to my Mother, from whom everything was started (in the real sense). She remains in my memory and in my soul. Papier de Riz, it’s a tribute to the Japanese painter and engraver Katsushika Hokusai, who impressed his works on rice paper with absolute artistic wisdom and precision. The piece, wrote in Paris the 27th October 2014, is the result of the indelible feeling and influence that I felt in occasion of the exhibition at the Grand Palais in Paris. I’m grateful to all my souls who allowed me to compose these scores. To all of them go my love and esteem.
(Christian Lavernier
Parigi, 12 Settembre 2016)
12 Preludi a getto di inchiostro – Nicola Cmpogrande per la Soñada – revisione e diteggiatura Christian Lavernier (2018) ISBN PROM6473
“I miei dodici Preludi a getto d’inchiostro sono stati scritti, nel 2001, per chitarra. Dopo aver ascoltato il suono de La Soñada, nel 2018 ho deciso di preparare una versione ad hoc, che sfrutti tutte le 11 corde di questo straordinario nuovo strumento. L’ambizione della raccolta è quella di disegnare un mondo. E’ un mondo postmodern, in cui ci si può fermare ad osservare particolari architettonici del passato e guizzi del presente, in cui si ascoltano riferimenti a forme classiche ripensate con disincanta allegria, un mondo che cerco di dipingere regalandomi tempi di lavoro molto lunghi e distillando poi il risultato in pagine che abbiano addosso il brivido della sintesi. Se io fossi un computer, questi Preludi sarebbero la mia stampante: molto lavoro a monte, un solo gesto rapido per riempire il foglio.”
(Nicola Campogrande)
“L’incontro con Nicola Campogrande è avvenuto in un luogo dove storia, arte e tempo si fondono e si fermano. L’Auditorium Mecenate in Roma, nel giugno 2018, ha visto l’inizio di un percorso di avvicinamento tra la sua concezione di musica e la mia visione di nuovi percorsi espressivi. La Soñada è il nostro punto d’incontro. Un amplificatore di suoni e suggestioni, strade ed intuizioni. I dodici “Preludi a getto d’inchiostro” pensati per la Soñada sono il risultato di un Big Bang avvenuto 17 anni fa nella mente di questo incredibile compositore. Ora ho il privilegio di condividerne l’evoluzione ed interpretarne la sintesi.”
(Christian Lavernier)
Pubblicata dalle edizioni Universal Music-Ricordi la nuova opera del M° Azio Corghi dedicata al musicista Christian Lavernier ed alla sua Soñada, strumento ad undici corde unico al mondo presentato ufficialmente a Parigi e a Tokyo nella primavera 2018. L’opera vedrà la prima esecuzione mondiale a Palazzo Te a Mantova il 19 ottobre 2018, in occasione della mostra del pittore Gerhard Richter.
Info su prima esecuzione sul calendario ufficiale della Universal Music RICORDI – Publishing Classic:
https://www.stretta-music.ch/fr/corghi-redobles-y-consonancias-nr-773259.html
“Noi ci capiamo bene. Io lo lascio andare dove vuole e lui mi porta sempre dove voglio”. “E’ così uguale a me che son arrivato a credere che sogni i miei stessi sogni”.
Dal Libro di Juan Ramon Jimenez
Musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco
Ugo Dighero (Voce Recitante) – Christian Lavernier (Chitarra)
Favola soave come il suo protagonista, scritta per gli adulti a cui parla come bambini cresciuti troppo in fretta, «Platero ed io» colpì profondamente, tra gli altri, il compositore Mario Castelnuovo-Tedesco che ne musicò 28 capitoli, tra i più belli e significativi, creando un opera per voce narrante e chitarra, allo stesso tempo di estrema complessità e splendida leggerezza. Da questo connubio di letteratura poetica e musica letteraria, nasce uno dei capolavori teatrali del XX secolo. Ugo Dighero insieme all’amico Christian Lavernier riporta in tournée questo testo intramontabile in una veste dove voce e chitarra si muovono all’unisono. La voce diviene strumento, lo strumento diventa voce, in un gioco armonico che apre a nuove letture immaginifiche del testo. Una fiaba filosofica che parla «anche» ai bambini, dove le grandi doti espressive di Ugo Dighero vedono il massimo campo d’azione, tra parole e musica. La calda Andalusia con paesaggi agresti tra ruscelli e farfalle, cieli e tramonti, fa da sfondo ad uno dei racconti di amicizia più celebri della letteratura mondiale. Il «poemetto» che prese 9 anni di gestazione al Premio Nobel Juan Ramon Jimenez, narra di un piccolo asinello soffice e soave, che accompagna l’autore stesso per le strade di Moguer, tra realtà e fantasia. Un legame di amicizia così forte che l’autore legge le vicende della sua vita e del mondo che lo circonda attraverso gli occhi ed i sentimenti del suo amico, trasformando il monologo in un dibattito ad una voce ma a più pensieri. Attraverso Platero, i suoi giochi, i suoi occhi limpidi si riscopre la leggerezza dell’infanzia, con quella sua libertà ingenua e genuina che si dimentica crescendo. Juan Ramon Jimenez percorre quest’amicizia e le riflessioni dell’animo, secondo il corso della natura, che, come il ciclo della vita, porta al distacco ed alla serena accettazione di un nuovo passaggio.
(Voce recitante e chitarra)
Platero
Il Pazzo
Angelus
Rondini
Ritorno
La primavera
Amicizia
I Passeri
Il Fiore del Sentiero
Ninna nanna
La luna
I gitani
Convalescenza
La morte
Malinconia
A Platero nel cielo di Mouguer
Music Projects:
Regia : Ugo Dighero / Christian Lavernier
Durata : 1 Ora e 15 Minuti “circa”
Spettacolo ad atto unico, prevede una selezione di 17 capitoli/storie tratte dal testo originale
distribuzione spettacoli
AidaStudioProduzioni
via Pier Capponi, 66 – 50132 Firenze
tel. +39 347 3342211
Dopo oltre quindici anni di carriera artistica, Christian Lavernier non ha ancora smesso di lavorare sul proprio suono, di ricercare l’espressione migliore del suo sentire in musica e di trasmettere le proprie emozioni al pubblico. L’interpretazione e la tecnica rendono le sue performances un’esperienza emozionale completa e travolgente. Estremamente apprezzato in America Latina, ha portato la sua musica in tutto il mondo dall’Italia al Giappone e ritorno. Nel suo percorso ha toccato I grandi autori della musica antica e barocca, la grande letteratura chitarristica del XIX secolo, fino agli ultimi cento anni di storia che hanno fatto grande il suo strumento.
After more then 15 years of career, Christian Lavernier never stopped to work on his own sound, to looking for his feel in the music and to give it to his public. Interpretation and technic make his performances something of emotionally addictive and always unique. He performed all over the world from Italy to Japan and Latin America and back. He touches at the greats composer of Baroque music, then the literature of XIX century and now he proposes two recitals of contemporary music and news compositions.
Programma Recital Ufficiale / Official Recital Program
”Rêves de vie et de mort”
Fragile
(Christian Lavernier 1979-…)
Dulce & Sophia
(Giorgio Tortora 1957-…)
El Decameron Negro
(Leo Brouwer 1939-…)
-La Arpa del Gerrero
-La Huida de lo amante por la valle de los ecos
-Ballada de la doncella enamorada
Indios Verde
(Christian Lavernier 1979-…)
Agua y Vino *
(Egberto Gismonti 1947 – …)
Tres Almas
(Christian Lavernier 1979-…)
-Ilšu Šame
-Matria
-Papier de Riz
Guajira
(Paco De Lucia 1947-2014)
Sonatina Libra
(Roland Dyens 1955-2016)
India
Largo
Fuoco
* = Transcription and e arrangement by Christian Lavernier